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Turid Rugaas e i "Calming Signals"
"Il mio nome è No!" di Marta Altés, Sinnos

Vengono qui riportate le "notizie dal mondo" in ambito cinofilo : eventi e stages formativi, gare, curiosità dal mondo dei nostri amici a quattro zampe, strane invenzioni, diavolerie create per i cani e supporti educativi, consigli su libri da leggere per ampliare la conoscenza e molto altro.

Il vivace e fiducioso cagnolino – che dichiara, al momento delle iniziali presentazioni, di chiamarsi No – ce la mette proprio tutta per essere un bravo animale domestico. E, per dirla in tutta sincerità, è convinto di riuscirci.

 

Chi non vorrebbe un amico come lui? Aiuta i padroni a camminare velocemente durante le passeggiate, assaggia il cibo prima della famiglia per assicurarsi che sia di buon sapore, scava ovunque in giardino per scovare tesori nascosti, prova tutti i letti prima che gli altri vadano a dormire per essere certo che siano accoglienti, aiuta a tirar giù il bucato dai fili, e via così…Una carrellata di azioni altruistiche e generose compiute per puro amore.

Non c’è quindi alcun dubbio che il “No!”, che gli viene ripetutamente gridato contro, altro non sia che il suo legittimo nome, pronunciato a viva voce e con tanta forza perché meglio sia manifesta la grande riconoscenza che tutti nutrono per lui. Il simpatico animale, infondo, non è altro che un cucciolo monello, i cui comportamenti, apostrofati dalla parola “no”, risultano in realtà così teneri, buffi, e in fondo adorabili, e, nonostante qualche occhiataccia che gli umani gli rivolgono qua e là nel corso della storia, nessuno dubiterebbe che in primo luogo tutti lo amano molto.

 

Si suggerisce quindi, tra le righe, una morale d’accettazione e d’accoglienza, una tenera indulgenza, che i bimbi riusciranno probabilmente a percepire, sentendosi, magari anche solo a livello inconscio, rassicurati e rinfrancati.

 

Un libro che non faticherà a conquistare i piccoli lettori che – oltre a divertirsi con il racconto e a godere delle belle illustrazioni – si sentiranno di certo vicini emotivamente all’esuberante protagonista.

 

[fonte : libriemarmellata.wordpress.com ]

[parte 1]

 

VIDEO (click here)

 

Turid Rugaas, educatore cinofilo prima e ricercatore dopo. Sfruttando le sue conoscenze e la sua capacità di lavoro con i cani ha posto la sua attenzione sulla comunicazione canina.

Il frutto del suo lavoro è l'identificazione dei "Calming Signals" o "Segnali Calmanti", costantemente presenti nel linguaggio dei cani. Essi sono una serie di comportamenti e\o atteggiamenti (anche invisibili per noi umani) che il cane adotta in circostanze solitamente ambigue, di tensione o di particolare stress sia fisico che emotivo.

Dallo studio e dalle preziosissime ricerche effettuate è emerso che il cane abbia dei comportamenti fotocopia del suo progenitore lupo. Gli studi etologici, a tal proposito, affermano che i lupi sono RISOLUTORI DI CONFLITTI. La conseguenza diretta (sapendo che il cane è lo stretto discendente del lupo) è che i nostri amici a quattro zampe abbiano ereditato questa stessa attitudine.

Provate a sgridare il vostro cane. Le sue reazioni potrebbero essere (una tra queste, oppure due o anche tutte) : leccarsi le labbra, socchiudere gli occhi, girare la testa dal lato opposto al vostro, annusare a terra ... . 

Il vostro cane vi sta mandando dei segnali per "calmare le acque", per farvi rilassare e di conseguenza per auto-calmarsi. Ha appena vissuto un'esperienza complicata, che lo ha disturbato e deve dunque ritornare al suo equilibrio e a quello, quindi, del binomio.

 

Sappiamo benissimo che il cane non possiede la dialettica. Con questi riferimenti, però, nessuno osi dire che non sia in grado di comunicare.

Prestiamo attenzione al suo mondo ...

 

La scelta di tenere un animale, può avere molte ragioni, non sempre valide. O per ovviare alla solitudine o per moda come nel caso dei cani dalmata dopo l'uscita del film "la carica dei 101", dimenticando l'impegno che questi piccoli amici comportano. Anche quando lo si fa pensando al bene di un bambino, spesso non si valutano attentamente i problemi di gestione che possono nascere. Oltre alle cure quotidiane, ci si deve occupare, per esempio, di come sistemare l'animale quando ci si deve assentare da casa per un periodo più o meno lungo. Tuttavia, se si pensa al bene del bambino vale la pena di tenere un animale, perchè la sua presenza può essere di grande aiuto per lo sviluppo affettivo del piccolo. Attraverso la relazione con l'animale il bambino riesce infatti a esprimere meglio sentimenti che altrimenti non sarebbe capace di manifestare in maniera così diretta.

 

Meccanismi psicologici

Il rapporto tra bambino e animale spesso implica alcuni processi mentali inconsci che lo aiutano nel naturale processo di crescita psicologica.

Per esempio, la proiezione è un processo inconscio per cui si trasferiscono nel mondo esterno i propri stati d'animo, le proprie emozioni. Infatti, molto spesso, attraverso questo meccanismo, le persone scaricano sugli animali le proprie ansie, le proprie insoddisfazioni. Per questo, il rapporto con l'animale offre al bambino la possibilità di una maggiore stabilità emotiva. Infatti, per il bambino, il cane o il gatto diventano la proiezione di se stesso. E, attraverso questo gioco inconscio riuscirà a dominare più facilmente le situazioni di ansia e paura, che necessariamente insorgono durante la sua crescita. Anche l'identificazione è un processo fondamentale per lo sviluppo psicologico del bambino. E' un procedimento psichico dove si introiettano sentimenti e valori di un altro individuo imitandone il comportamento.

Il piccolo identificandosi con un cucciolo, può riuscire a esprimere sentimenti che altrimenti non sarebbe capare di esternare. In questo senso il cane o il gatto può essere visto come lo specchio dove il bambino può riconoscere alcune parti di sè.

 

Vantaggi psicologici

Avere un animale per amico, aiuta il bambino a esprimere l'immenso bisogno che ha di dare e ricevere amore.

Inoltre, accudire un animale permette di sviluppare un forte senso di responsabilità anche nel bambino di pochi anni. Tra loro nasce una certa complicità, e anche se qualche volta il bambino fa qualche piccolo dispetto, l'animale, in genere, si dimostra molto tollerante, perchè avverte che nel piccolo non c'è alcuna intenzione di fargli del male.

Vivere con un cucciolo aiuta il bambino ad adattarsi a ritmi ed esigenze diverse dalle proprie. Per esempio, inizia a comprendere che esistono modi diversi per manifestare e ricevere affetto, come ascoltare le fusa del gatto o accarezzare il pelo del cane.

Abitare con un animale consente al piccolo di affrontare in modo naturale i grandi temi della vita: la nascita, l'accoppiamento, la sofferenza e la morte, spesso rimossi dal mondo degli adulti. In queste situazioni è importante che i genitori siano solidali con il dolore del piccolo, aiutandolo a capire che la morte lo ha separato da lui solo materialmente, ma non nel ricordo. Solo così, in seguito, il bambino potrà amare un nuovo cucciolo.

Ci sono situazioni familiari, come la nascita di un fratellino, in cui il bambino prova un senso di esclusione. in questo caso potersi occupare di un gatto o di un cane, aiuta il piccolo a superare la gelosia per il nuovo nato.

 

Quando può iniziare la convivenza con l'animale?

Anche un neonato, con le dovute precauzioni, può vivere vicino a un animale, senza correre alcun pericolo, anzi si abituerà gradualmente a convivere con lui. L'importante è che i genitori osservino, per i primi tempi, il comportamento del cane o del gatto, per controllare che la gelosia verso il piccolo non venga manifestata con gesti troppo aggressivi. Di solito, dopo qualche giorno, se l'animale non si sente trascurato, accetterà il bambino e si accontenterà di osservarlo a distanza.

 

Rapporto bambino-animale che non vive in famiglia

Se il bambino è abituato a vivere con gli animali penserà che anche gli animali di altre persone o randagi, siano abituati alla sua presenza, per cui tenderà a comportarsi con loro come con il cane o il gatto di casa. In questi casi, i genitori dovranno limitare la loro naturale fiducia, spiegandogli qualcosa di più sul mondo degli animali. Ad esempio che ci sono degli animali abituati a vivere con dei bambini, altri addestrati per fare la guardia, altri ancora incattiviti, perchè abbandonati o maltrattati.

Un discorso a parte va fatto se il piccolo non è abituato a vivere con gli animali. Infatti spesso il bambino rischia di utilizzare sia per la paura sia per la scarsa conoscenza delle loro reazioni. E' importante, in questi casi, che i genitori spieghino al bambino che gli animali sono essere viventi molto diversi dai suoi inanimati e amati peluche e che se si sentono in pericolo possono reagire mordendo o graffiando.

 

Gli animali preferiti dai bambini: il cane, il gatto.

Il cane e il gatto sono gli animli che attirano maggiormente il bambino, perchè con loro, anche se in modo diverso, ha la possibilità di interagire e stabilire un vero e proprio rapporto di amicizia.

Con il cane il piccolo riesce da subito a stabilire un rapporto affettivo attraverso il gioco. infatti uno dei giochi preferiti dal bambino, quando ancora sta sul seggiolone, è quello di lanciare ripetutamente i giochini che ha a portata di mano e aspettare che la mamma glieli riporti. Il cane, del resto, ha innato l'istinto di recuperare gli oggetti. Proprio per questo, molto spesso, capita di vedere un bambino che tira una palla al suo cane e l'animale che gliela riporta invitandolo con atteggiamenti inequivocabili a ributtarla per continuare il gioco. Ed è proprio attraverso questo gioco che tra cane e bambino nasce un legame che appaga entrambi.

Quando il bambino inizia a camminare , prima di conquistare una totale autonomia, cerca in qualche modo di rimanere simbolicamente "legato" alla mamma, per cui per sentirsi più sicuro, molto spesso si diverte a trascinare un oggetto legato a una corda. Anche in questo caso, il cane può assumere un ruolo importante, prendendo il posto del gioco inanimato. Il bambino infatti, può portare al guinzaglio il suo cucciolo, che corre, poi rallenta, gli sfugge dalle mani, per poi tornare felice da lui. Questo andare e venire del cane aiuta il bambino a superare serenamente la naturale paura del distacco. Il cane, in genere, è molto affettuoso con il piccolo, lo riempie di feste ogni volta che lo rivede. Questo rende più sicuro il bambino, perchè si accorge di essere importante per il suo amico a quattrozampe. 

Il gatto è sicuramente un animale più indipendente del cane, ma non per questo meno affettuoso. Mentre è possibile affermare di possedere un cane, con un gatto questa espressione è meno adatta, infatti il micio ha uno stile di vita piuttosto indipendente e difficilmente prende ordini dal padrone. Questo a volte può non gratificare il bambino, perchè non vengono soddisfatte immediatamente dal gatto le sue richieste di gioco. Ma basteranno pochi giorni di convivenza per diventare amici: il gatto è furbo e intelligente, sa come conquistare il suo piccolo padrone. Quando avrà voglia, il micio inizierà ad andare vicino al bambino, strofinerà il suo corpo vellutato e caldo sulle gambe del piccolo, giocherà con una pallina, correndo per tutta la casa e poi stanco si acciambellerà sulle sue ginocchia. In genere, il bambino è attratto dal gatto dopo i due anni, quando ha acquisito una completa abilità motoria: il micio si muove molto velocemente e uno dei divertimenti del piccolo è seguirlo mentre rincorre una pallina o un altro oggetto. Crescendo il bambino scopre altri giochi da fare con il suo cucciolo: per esempio, possono giocare insieme a nascondino. il gatto è abilissimo a nascondersi e appena si accorge di essere visto, fugge in un altro rifugio.

 

Gli animali come terapia

La Pet Therapy (terapia con gli animali) consiste nell'utilizzare un animale domestico come il cane, il gatto oppure il cavallo o il delfino, per la riabilitazione, la cura e il benessere soprattutto nel bambino, ma anche nell'adulto e nell'anziano. Ormai sono numerose le ricerche che dimostrano che stare con gli animali fa bene alla salute. Riduce l'ansia, fa sentire meno depressi, diminuisce i rischi delle patologie cardiache.

Inoltre attraverso il rapporto interpersonale con l'animale e con l'aiuto di un terapeuta, il bambino che ha vissutoesperienze negative, come un prolungato ricovero in ospedale, può ritrovare attraverso questa terapia un clima di benesse globale. Infatti potersi occupare di un animale, riduce lo stress e trasmette un senso di calore e fiducia. La Pet Therapy oltre a essere utilizzata per migliorare la qualità della vita nei bambini con degli handicap, inizia a essere utilizzata, anche in Italia, per affiancare approcci educativi tradizionali. Infatti il rapporto con l'animale ha la funzione di prevenire oltre che di curare problemi psicologici, affettivi e relazionali. Per questo, in via sperimentale, in alcuni asili nido sono stati introdotti degli animali domestici. Dai bambini questo tipo di iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo. E' sicuramente un modo per offrire al bambino nuove emozioni e nuovi stimoli tattili che lo aiuteranno a crescere più sereno. Questo particolare rapporto con l'animale, mediato dall'educatrice, aiuta inoltre il bambino a non strutturare in seguito paure verso gli animali domestici.

Anche negli ospedali pediatrici si inizia prendere in considerazione questa particolare terapia. Il reparto di pediatria del Policlinico di Padova è stato tra i primi ad adottarla. I piccoli vengono messi a contatto con cani, gatti, coniglietti e, sembra che questo possa abbreviare i tempi di convalescenza.

 

Terapie particolari: ippoterapia - delfinoterapia 

La riabilitazione con il cavallo è destinata bambini con disturbi neuromotori, motori, sensoriali e relazionali. Anche in Italia sono molti i centri con personale qualificato per utilizzare la tecnica equestre come metodo rieducativo. L'equitazione terapeutica oltre che per curare gli handicap fisici, può essere utilizzata, per i suoi aspetti pedagogici, anche per aiutare i bambini che manifestano difficoltà di linguaggio, apprendimento e disturbi del comportamento. Durante le sedute con il cavallo vengono impiegati tutti i sensi grazie ai tantissimi stimoli prodotti dall'animale. Inoltre, questo particolare rapporto con il cavallo offre al bambino una serie di vantaggi psicologici come, per esempio, l'aumento dell'autostima.

L'amicizia tra uomini e delfini, recentemente documentata da varie ricerche, ha dato forma a un tipo di Pet teraphy che è risultata efficace nei disturbi della comunicazione, nell'autismo e nella depressione. La delfinoterapia si basa sui contatti spontanei tra i delfini e le persone che sono immerse nell'acqua.

I benefici sono dati dal rilassamento, da un completo benessere psicofisico e da un miglioramento delle capacità di apertura verso gli altri. Questa terapia in Italia è presente da quasi dieci anni presso il Delfinario di Rimini. Questi programmi, svolti da operatori specializzati, sono rivolti a bambini con problemi psicologi e alle loro famiglie, durante i soggiorni estivi e invernali.

 

FONTE Psiconline.it

PSICOANALISI

- prendo un cane -

 

Dott.ssa Alessandra Bonomi
Psicologa, Psicoterapeuta - Milano

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